Photocontest Iglesias BeerFest

ArgoNautilus sarà presente il 04 e 05 novembre all’evento Iglesias Beerfest, organizzato dal Consorzio Turistico Iglesiente. Una due giorni, dedicata alla Buona Birra, al Buon Cibo del Territorio e alla Buona Musica.

Oltre a raccontarvi la prossima Fiera del Libro di Iglesias, vi proporremo un concorso fotografico.

Ecco le 4 semplici regole per partecipare:

  1. SCATTA una foto al BEERFEST con una delle birre in vendita e il logo di ARGONAUTILUS o della FIERA del LIBRO DI IGLESIAS
  2. POSTA la foto sui tuoi social (Instagram o Facebook) con l’hashtag #BIRRANAUTI e tagga Argonautilus e/o Fiera del Libro di Iglesias
  3. VINCI una BIRRA e un LIBRO
  4. RITIRA il premio allo Stand ArgoNautilus
La foto vincitrice sarà quella con più LIKE !

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Un messaggio dalla Padrona della Festa

A distanza di tre mesi, le emozioni legate alla seconda edizione della Fiera del Libro di Iglesias si stanno depurando del peso e della stanchezza dell’organizzazione, per lasciare spazio a ricordi nitidi e alla nostalgia dei momenti belli passati in compagnia di persone speciali. Questa è la sensazione più forte che mi resta. La familiarità di un ambiente che per me è come casa, la vicinanza e il conforto delle persone che sono state con noi e la tranquillità profonda sottesa a tutte le nostre scelte, come avessi sempre saputo che in fondo, niente sarebbe potuto andare male.

C’è un momento tra tutti che esprime al meglio quanto sto tentando di spiegare e che vorrei condividere con voi lettori. L’ultimo giorno, durante la pausa-pranzo in Piazza Pichi – momento che era chiacchiera, relax e riunione di staff allo stesso tempo – abbiamo visto un piccolo di passero cimentarsi nel suo primo volo. Non è stato perfetto, ed è caduto sulla via, a poca distanza da noi. Siamo corsi in suo aiuto, per risollevarlo e far sì che ci riprovasse. Lui si è lasciato prendere, e dopo qualche esitazione, ha volato di nuovo per andare a planare dritti sul nostro tavolo. Proprio in mezzo a noi.

Poi ha ripreso il volo, questa volta più sicuro, e ha raggiunto la sua mamma sul tetto del complesso della Cattedrale.

Abbiamo scelto di dedicare la seconda edizione della fiera al nostro pianeta, la Terra, la padrona della festa. Riteniamo che la cura per l’ambiente sia stata per troppo tempo considerata elemento secondario, problema non reale, o semplicemente arma di propaganda, appannaggio di una certa parte politica. Purtroppo oggi è evidente a tutti che così non era. Il surriscaldamento globale, la siccità, la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacciai e tutto quanto ne consegue, producono effetti sulla nostra vita di tutti i giorni e ormai ce ne rendiamo conto quotidianamente.

Questi sono gli argomenti che abbiamo tentato di mettere in evidenza nel corso della quattro giorni dello scorso aprile, perchè la nostra Terra supererà anche questa era. Saremo noi – noi come razza umana – a non superarla, se non ci decideremo a metterci al lavoro tutti insieme per provare a recuperare. Se ci siano ancora i margini per salvarci, non sono in grado di dirlo. Ma forse il piccolo testimone arrivato in volo voleva portare un messaggio di incoraggiamento.

Per questo ci avviamo pieni di entusiasmo alla nuova avventura del Big Blue Festival, in programma dal 18 al 20 agosto presso l’Antica Tonnara di Su Pranu a Portoscuso. Tre giorni dedicati al mare, alla sostenibilità, alle energie rinnovabili, alla biodiversità e alle ricchezze del nostro territorio.

La Padrona della Festa continuerà a tenerci d’occhio… o almeno a noi piace pensarlo.

 

 

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Quid est veritas?

L’Oxford Dictionary elegge “post-verità” parola del 2016. Il significato è semplice. Nel formare il nostro concetto di ciò che è vero le emozioni prevalgono sui fatti. Il passo successivo è breve. I fatti non contano più. Contano le parole, meglio se condivise da un grande numero di utenti e corredate da un grande numero di “Like”. Del resto Mark Zuckerberg  ha chiesto e ottenuto che Facebook sia considerata una “media company”.

Ma se Facebook è un social media, allora noi utenti di Facebook siamo tutti giornalisti. E poco importa se per diventare giornalisti si dovrebbe fare una scuola, complessa e articolata in una varietà di discipline. Poco importa perchè il pressapochismo, l’approssimazione, (in una parola la cialtroneria), sono il male dei nostri tempi.

Sono uno scrittore per essere andato in tipografia (o su un print-on-demand, online si fa prima), avere speso una bella cifra, e aver fatto stampare il mio bellissimo libro (si va dalle memorie di una vita, alla biografia, al romanzo al saggio, che di saggio ha solo il nome), che qualcuno vanterà come meraviglioso, imperdibile, eccezionale, fondamentale, mettendo in moto quel mercato fiorentissimo di pseudoeditoria da 100 copie di tiratura, che tanto bene fa agli editori a pagamento, poco ai librai, meno al sistema, meno ancora al sistema-cultura.

Sono anche cuoco perchè ho fatto un corso e ho guardato molte puntate di Masterchef. Quasi quasi apro un ristorante. Tanto che ci vuole? Se proprio quel piatto non lo so fare apro un tutorial su youtube e imparo. E se proprio va male, faccio venire Cannavacciuolo e lui mi rimette in pista, con tanto di promozione e lancio sulla tivù satellitare.

In fondo poi sono anche un po’ medico. I vaccini fanno male. Fanno venire l’autismo. Che bisogno ho di una laurea, che quando va bene, richiede sei anni di studi? So che molta gente che si è vaccinata si è ammalata. Altri sono morti. E se anche il fattore di rischio è di 1 caso su 1 milione, se quel 1 su 1 milione fosse mio figlio? No mi dispiace. Io non ci casco. Tanto lo sappiamo bene, le compagnie farmaceutiche ci nascondono la verità per i loro sporchi affari. Ma a me non mi frega nessuno.

 

Nella Repubblica, Platone esaminava l’antagonismo tra la politica costruita sulla verità e la politica costruita sulle emozioni, sul pathos, la patologia (malattia) di quella entità collettiva che lui definisce «un grosso animale». Chi usa le false verità per fare propaganda, di qualsiasi genere essa sia, ha capito come ammansire quel “grosso animale”, e come direzionarne l’opinione. Che in breve diventa verità solida, pur se slegata da qualsiasi realtà di fatto.

In questo modo la democrazia diventa demagogia, e si governa sfruttando ignoranza, pregiudizio, credulità colpevole, passività dell’interlocutore.

L’Italia svetta nelle statistiche per analfabetismo funzionale. Ovvero oltre il 70% della popolazione non è in grado di comprendere il significato di una frase di media difficoltà in italiano. Cioè: legge e non capisce, quindi non è in grado di riassumerne correttamente il significato e allora cosa fa? se lo inventa.

Secondo uno studio dell’ISFOL promossa dall’OCSE su incarico del Ministero del Lavoro, il nostro paese si colloca all’ultimo posto per competenze alfabetiche, e penultimo per competenze matematiche.

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Esercitare il senso critico costa fatica. Accettare posizioni che altri hanno già preso, è più semplice. Mi allineo. Se poi si sono sbagliati, si sono sbagliati loro. Io avevo solo condiviso.

Alla fine la posta in gioco, non è più la verità, ma il potere. Dominio sugli altri, esercitato a qualsiasi livello, dai più alti ai più infimi, per le più varie motivazioni. Vincere le elezioni, guadagnare soldi, affermare la propria superiorità, vincere una contesa – anche solo immaginata, o semplicemente esercitare una rivalsa.

E la verità diventa una cosa superflua.

 

Lo spunto per queste riflessioni mi è stato offerto dall’incontro di ieri sera con Andrea Pau e Daniele Mocci per la presentazione di “The Believers”

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©EC

La scoperta di Lake

Importante scoperta.

Orrenford e Watkins,  lavorando nel sottosuolo con le lampade, hanno trovato un mostruoso fossile dalla forma cilindrica, di natura sconosciuta, probabilmente un vegetale o un esemplare marino di forma radiale e cresciuto in modo abnorme. Il tessuto ha probabilmente resistito per la presenza di sali minerali. È resistente come il cuoio, ma in certi punti conserva un’elasticità sorprendente. Ci sono segni di lacerazioni alle estremità e ai lati. Da un capo all’altro è lungo oltre un metro e ottanta e al centro ha un diametro di un metro che diminuisce progressivamente fino a trentacinque centimetri sulle estremità. Pare una botte con cinque spigoli sporgenti in sostituzione delle doghe. Al centro di questi spigoli, si annoverano delle appendici laterali simili a steli sottili. Nelle scanalature tra questi vi sono bizzarre escrescenze: creste oppure ali che si ripiegano e si estendono a ventagli. Sono tutte molto danneggiate tranne una che pare larga quasi un paio di metri. Queste ali appaiono come membrane tese su una struttura a intelaiatura di condotti glandolari. Si rilevano piccoli orifizi sull’ossatura a cono che si trova al limitare delle ali.

[…]

da H.P. Lovecraft. Le montagne della follia.

@EC

Elba Book Festival 2017 dal 18 al 21 luglio

Meno due giorni alla terza edizione di Elba Book Festival, in programma nel borgo di Rio nell’Elba, Isola d’Elba – Toscana – dal 18 al 21 luglio.

Elba Book è un festival dedicato all’editoria indipendente, che si occupa di libri e lettura, del patrimonio naturalistico dell’isola, della sua tradizione e storia mineraria, di cultura e di tradizioni.

Elba Book è un festival fatto di incontri e contaminazioni, nell’ottica della promozione della lettura, ma anche del territorio dell’Isola d’Elba che lo ospita secondo la formula di un turismo slow e sostenibile. Una tre giorni di dibatti, divagazioni enogastronomiche con assaggi di specialità tipiche, spettacoli e reading, per portare gli ospiti a contatto con alcuni dei luoghi più suggestivi del dintorno, come la piazza Matteotti, la Terrazza del Barcocaio, a strapiombo sul mare, il Passo di Pietà, e l’Eremo di Santa Caterina, nel cuore di un bosco di lecci.

Se vi raccontiamo di Elba Book non è solo per la nostra passione per i giovani festival indipendenti dedicati alla promozione del libro e della lettura. Come avrete notato, infatti, molti elementi accomunano Elba Book e la Fiera del Libro di Iglesias, oltre alla finalità dell’evento. All’insularità si aggiunge l’esistenza di un passato minerario importante, e il desiderio di promuovere un territorio intero, in un’ottica di scoperta, crescita e sviluppo sostenibile.

E poi il logo dell’Elba Book Festival ha qualcosa di familiare per noi Argonauti… non pare anche a voi? 😉

Per questo dalla Sardegna, inviamo a Elba Book Festival i nostri saluti più cari, in vista di una collaborazione che siamo certi sarà proficua.

Per info: www.elbabooksfestival.com

 

 

Catalunya Experience

Un viaggio è poco per fare la conoscenza di un luogo. Bisogna tornare, e tornare, e collezionare dettagli e raccogliere esperienze ed emozioni. E così, pian piano, si comincia a prenderne possesso.

In dieci giorni in Catalogna ho scoperto tante nuove cose, e come da mia abitudine, le ho annotate, un po’ per arricchire il mio quaderno dei viaggi, un po’ perchè so bene che da qui alla prossima volta le avrò dimenticate.

Per esempio. Tutte le parole strane che si leggono in giro per Barcellona, tali da mettere in dubbio la mia memoria e il mio spagnolo alquanto imperfetto, semplicemente non sono spagnolo. Qui alla limba ci credono più che in Sardegna. Non ci sono indicazioni bilingui. C’è solo catalano. Avinguda invece che Avenida. Da diluns a divendres invece che da lunes a viernes. Carrer invece di Calle. Passeig invece di Paseo.

A Barcellona i negozi aprono tardi, e chiudono tardi. I ristoranti hanno le cucine aperte ininterrottamente, come a Roma.

La città è tendenzialmente cara. La metro/bus costa 2.15. Conviene prendere le 10 corse per 9.90 € e passarselo dal tornello.

Il parcheggio è un problema tragico. La tariffa, calcolata al minuto, si attesta attorno ai 0.04 centesimi. Il che significa 2.50€ all’ora quando va bene. Mi riferisco ai parcheggi pubblici sotterranei. Trovare parcheggio per strada è quasi impossibile. I parcheggi verdi sono solo per residenti. I parcheggi blu sono a pagamento con tariffa simile, per un massimo di due ore. I parcheggi gialli sono i carico-scarico. I bianchi (mai visti) liberi. Però il parcheggio si interrompe dalle 13 alle 16 e si parcheggia gratis dal venerdì alle 20 al lunedì alle 9, a parte zone in prossimità delle spiagge, da verificare.

La Sagrada Familia costa 15 euro. Consigliato prenotare giorni prima, via internet. Andando direttamente, è difficile riuscire a entrare; a meno di voler pagare 45 euro, più guida dicono loro, ai bagarini legalizzati.

La Pedrera costa 22 euro; Casa Battlò 23,50. E naturalmente non rientrano tra i Musei gratuiti la prima domenica del mese, come in Italia.

Gli spagnoli come i francesi non usano il bidet. Non portano il pane a tavola, se non su richiesta ed è un pane leggero e vuoto. Solitamente tostato. Più solitamente tostato e col pomodoro (pan con tomate). Il prosciutto (jamon iberico) è vero che è buono, ma non vale quello che costa di media. Non conoscono l’acqua frizzante, a parte la Perrier o l’acqua di Vichy, ovvero 2 euro il mezzo litro. Usano il cucchiaio di legno per mescere la Sangria. Come aperitivo offrono vermuth, e costa poco. Lo spritz, questo sconosciuto. La birra piccola si chiama Caña, se chiedete cerveza ve ne portano una grande. L’ensaimada è un dolce tipico di Maiorca, soffice e arrotolato come una girella, diffuso ovunque e buonissimo. Dicono sia difficilissimo da fare, e che si impasti con lo strutto (attenti vegani…). Come anche è squisita la torta di Sant Joan, che per fortuna non si trova solo per Sant Joan. L’orxata poi non è orzata, ma una bevanda rinfrescante ed estremamente dissetante ottenuta da un tubero che in italiano si chiama zifolo dolce. (La X in catalano si legge C quindi come fosse Orchata). E sempre in tema di equivoci alimentari, la tortilla non è quella specie di piadina alla farina di mais della cucina messicana, ma nient’altro che una frittata, che viene condita con quasi ogni cosa, dalle verdure, alla frutta, alla carne, al pesce. (In Catalogna a quanto mi è dato capire si fa un autentico abuso di uova).

Ah… Gli spagnoli dicono in continuazione la parola “vale“, che sta per “va bene”. Possono ripeterlo dieci volte nella stessa frase. Dopo due giorni là, ci si trova contagiati.

Ultima cosa. Non prescindete da una guida. Barcellona e Catalogna delle guide Chat@win di Rizzoli è validissima, con mappe, percorsi tematici, ristoranti e alberghi, e letture finali.

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#SadiedeFesta a #Barcellona

Festa sardo-catalana ieri 24 giugno alla Libreria Italiana Le Nuvole di Barcellona.

Il Coro di Iglesias, protagonista di una doppia esibizione, all’interno e – in via straordinaria – all’esterno della Libreria, generando una folla di curiosi che hanno assistito attenti e mostrato grande apprezzamento.

Per concludere, sapori di Sardegna per tutti, e una chiacchierata sul genere noir in Sardegna.

Una serata di Festa, di incontri, scambi condivisioni e contaminazioni.

#SaDiedeFesta #FieraOFF

#Sadiedefesta #FieraOFF

Un nuovo hashtag per un nuovo format.

Il 24 giugno prossimo a Barcellona (Spagna) si inaugura #SadiedeFesta: una nuova sezione del nostro percorso di #FieraOFF. Nell’ottica della promozione della lettura e della diffusione della cultura – elementi fondanti la mission dell’Associazione ArgoNautilus – Iglesias incontra Barcellona in una serata che si preannuncia all’insegna della letteratura, del canto e dei sapori della nostra terra.

Proprio in occasione della Festa di San Joan, che coinvolge la città intera in un turbinare di danze, fuochi d’artificio e falò per le strade, le piazze e sulle spiagge, alla Libreria Italiana Le Nuvole di Cecilia Ricciarelli si parlerà di libri e autori della Sardegna, si assaggeranno specialità tipiche sarde e si assisterà a un’esibizione del Coro di Iglesias.

Sarà anche l’occasione per ricambiare la visita di Cecilia Ricciarelli, titolare della libreria Italiana Le Nuvole, che lo scorso aprile è stata ospite della Fiera del Libro di Iglesias.

Quindi, Barcellona incontra Iglesias, e incontra la Fiera del Libro di Iglesias.

Hasta pronto!!!

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